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Results 11 to 14 out of 14.

  • 07/08/2011 - Consumo di droga e alcol sul lavoro, funzionano i programmi di assistenza
    fonte: Center for Behavioral Health Statistics and Quality I disordini legati al consumo di sostanze possono influire negativamente sulle prestazioni lavorative incrementando il rischio di incidenti sul posto di lavoro e l'assenteismo andando a gravare, così, sul carico di lavoro degli impiegati che non presentano, invece, tali disturbi. Negli Stati Uniti esiste un servizio di consulenza esterno ed indipendente per i lavoratori e i loro familiari chiamato Programma di Assistenza Dipendenti (EAP). Tale programma favorisce la riduzione di rischi e danni causati dagli errori umani ed assiste i lavoratori in maniera attiva e a fini preventivi; il nucleo di un EAP è costituito da un centro di servizi esterno ed indipendente, composto da persone qualificate, appositamente addrestrate, che sono telefonicamente a disposizione dei lavoratori di un'organizzazione e dei loro familiari, per ogni questione e problema lavorativo, personale, emotivo e materiale, compresi i disordini legati all'utilizzo di sostanze stupefacenti. Nel National Surveys on Drug Use and Health (NSDUHs) del 2009 sono state raccolte le informazioni riguardanti le politiche sul consumo di sostanze stupefacenti e i programmi di assistenza sul posto di lavoro di un gruppo di impiegati di 15 anni o più che hanno lavorato un certo numero di ore nella settimana precedente la rilevazione. Nel 2009, la maggior parte degli impiegati (81,4%) ha dichiarato di possedere regolamenti scritti sul consumo di alcol e di droghe degli impiegati sul posto di lavoro e 3 su 5 (59,8%) ha dichiarato di poter usufruire dei Programmi di assistenza EAP destinati agli individui con problemi di alcol e/o droga. Dal 2002 al 2009 sono aumentate le percentuali di impiegati che hanno dichiarato di possedere regolamenti scritti e di aver ricevuto informazioni educative, mentre è rimasta stabile la percentuale di coloro che hanno avuto a disposizione Programmi di assistenza EAP. Center for Behavioral Health Statistics and Quality, Three in Five Employees Have Access to Employee Assistance Programs for Substance Use Disorders, Data Spotlight - Center for Behavioral Health Statistics and Quality, National Survey on Drug Use and Health, July 14, 2011
  • 02/08/2011 - European Journal of Public Health: consumo di alcol tra le donne
    Troppo alcol nel weekend? Sale il rischio cancro al seno Esagerare con i drink in un breve periodo di tempo può far crescere il pericolo anche del 130% Troppo alcol fa male. Se poi è concentrato in un periodo ristretto di tempo come il weekend, fa anche peggio. Soprattutto alle donne, che vedono aumentare le probabilità di sviluppare un cancro al seno. È il risultato di uno studio danese pubblicato sullo "European Journal of Public Health" e condotto su 17.647 donne over 44. Le sbronze del weekend, insomma, sono doppiamente pericolose: "Dopo i due-tre drink al giorno", spiegano i ricercatori del Centro per le ricerche sull'alcol danese, "il rischio di ammalarsi di tumore alla mammella aumenta del 2% a ogni bicchiere in più. E se le bevute si concentrano in un breve periodo come il fine settimana il rischio diventa del 4% a bicchiere". Il quantitativo di alcol raccomandato dai medici per il sesso femminile è di massimo 14 drink a settimana. "Bere dai 22 ai 27 drink fa aumentare le probabilità di cancro al seno del 130%. E le donne che concentrano le bevute in un solo giorno a settimana vedono aumentare i rischi del 55%". La spiegazione risiede nella capacità dell'alcol di aumentare i livelli di estrogeni nell'organismo. E gli ormoni femminili sono tra i riconosciuti responsabili dell'insorgenza del tumore al seno
  • 13/07/2011 - Consumo moderato di alcol e rischio di mortalità: i dati di uno studio prospettico
    Alcool, il consumo moderato fa bene L'obiettivo dello studio era quello di smentire le errate informazioni che vengono ancora oggi utilizzate da alcuni gruppi politici per definire le linee guida sul consumo di alcool. Chi consuma una moderata quantità di alcool ha un rischio di morte per tutte le cause inferiore agli astemi: è questo il risultato di un nuovo studio di un gruppo congiunto di ricercatori della Divisione di ematologia e oncologia del Boston University Medical Center, negli Stati Uniti, dell'Istituto di epidemiologia dell'Università di Münster, in Germania, e del Dipartimento di patologia dell' Università Stellenbosch, di Tygerberg, in Sudafrica. La ricerca è partita con l'obiettivo di valutare come potenziali errori in molti studi epidemiologici di qualche anno fa abbiano portato a conclusioni erronee circa l'associazione inversa tra un moderato consumo di alcol e la malattia coronarica. Lo studio si è quindi basato sui dati prospettici di più di 124.000 soggetti intervistati tra il 1997 e il 2000 nell'ambito dei National Health Interview Surveys degli Stati Uniti. Dall'analisi dei dati è emerso non solo che la mancanza di rigore non ha portato a risultati erronei, ma che è possibile confermare un effetto protettivo di un moderato consumo di alcool nei confronti della malattia coronarica e della mortalità per tutte le cause. I risultati, pubblicati sul sito dell'International Scientific Forum on Alcohol Research sembrano così confermare la maggior parte degli studi retrospettivi condotti con criteri rigorosi, smentendo un possibile rapporto causale tra consumo moderato di alcol e mortalità. Non si tratta tuttavia di un risultato ridondante, argomentano gli autori, dal momento che errate informazioni derivate dagli studi più datati vengono ancora oggi utilizzate da alcuni gruppi politici per definire le linee guida sul consumo di alcool. (fc)
  • 14/02/2011 - Youth and Alcohol : Consumption, Abuse and Policies
    Twenty year after its foundation, the Permanent Observatory on Youth and Alcohol proposes an in-depth reflection on the issue that is the focus of its work. The aim is to offer an articulate, as well as critical analysis of "planet alcohol", integrating different perspectives and disciplinary approaches. The itinerary presents four parts. The first one is an overview of the social meaning of alcoholic drinks in the history of Italy, framed by a set of cultural consumption models. It also presents a reflection on the state of research on the relationship between the young and alcohol,with reference to both quantitative and qualitative studies. The second part addresses the main issues of the collective and social dimension of alcohol: the economic and the normative ones, and the very complex issue of the self-regulation mechanisms that a society can activate to deal with problematic phenomena (such as alcohol use and abuse). The third part looks at the young's world, at their way of experiencing the relationship with alcoholic drinks, at their perception of the related risks, describing some significant experiences in prevention, health promotion and treatment of alcohol-related problems. The last part proposes a reflection on international trends in alcohol consumption models, between standardizing globalization and persistence of the Mediterranean model, with its "protective" factors reducing alcohol-related damages.

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