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Osservatorio Permanente Giovani e Alcol, vent'anni di attività: un bilancio

Venti anni di Osservatorio : un bilancio Vent'anni fa nel 1991 veniva fondato L'Osservatorio Permanente Giovani e l'alcool. L'Osservatorio nasce per intuizione congiunta di un uomo di industria con la passione per i dati e la statistica, Daniele Rossi all'epoca direttore generale dell'Assobirra e di Giuseppe De Rita segretario generale della fondazione Censis, e da un medico esperto delle patologie legate ai comportamenti di dipendenza, Enrico Tempesta. Un esordio frutto di ragionamenti e di un certo coraggio: far nascere un centro di elaborazione culturale sui fenomeni alcool correlati ,fuori dai circuiti consueti delle famiglie accademiche, dove fosse possibile integrare la dimensione sociologica del consumo di bevande alcoliche con quella psicobiologia ed economico-epidemiologica. Non va dimenticato che vent'anni fa la dimensione disciplinare prevalente nella ricerca alcologica era quella medica, focalizzata nelle cura e riabilitazione delle patologie alcol correlate di una popolazione di abusatori adulti se non anziani. La sfida è stata quella di creare le condizioni e gli strumenti per capire i nuovi percorsi della soggettività giovanile che a partire dalla fine degli anni 80 del secolo scorso si faceva portatrice di nuove valenze del divertimento, del tempo libero, della sfida generazionale e del modo di intendere abuso e dipendenza. Benché l'alcol sia una droga "tradizionale", il suo emergere come compagno della ricerca adrenalinica da parte dei giovani è un fenomeno relativamente recente, soprattutto nel contesto di un Paese vitivinicolo come l'Italia. Il mandato di ricerca del primo Osservatorio è dunque collegato a questa urgenza: esplorare e comprendere come la società italiana veniva facendo i conti con il venir meno delle tradizionali strutture di comprensione della questione estendendo e qualificando le metodologie di ricerca. Da qui l'intuizione, presente fin dagli inizi dell'Osservatorio di una sistematica investigazione periodica degli stili di consumo delle bevande alcoliche ,in particolare nella popolazione giovanile ,effettuata in collaborazione con l'Istituto Doxa. In questi venti anni c'è stata una drammatica evoluzione della società italiana ed europea, in particolare si è assistito ad un continuo e rapido cambiamento degli stili di vita dei giovani conseguente alla progressiva globalizzazione dei modelli culturali operata da Internet , dai mass-media, e dalla facilitata mobilità. Anche i modelli di consumo delle bevande alcoliche hanno accompagnato e/o sono stati influenzati da questi cambiamenti. La missione dell'osservatorio è stata e rimane quella di monitorare questi cambiamenti, di individuare precocemente le tendenze, di capirne il significato, così da poter disporre di elementi utili a prevenire i comportamenti a rischio. Per quanto riguarda il consumo di bevande alcoliche, l'Osservatorio ha svolto le sue osservazioni con l'obiettività, l'indipendenza ed il rigore scientifico necessari ed ha orientato le azioni di ricerca/azione in coerenza con alcune convinzioni di fondo: • l'universo alcol va considerato nella sua globalità e complessità, tenendo conto che parliamo di bevande alcoliche e non tanto del prodotto alcol come tale; • Le bevande alcoliche hanno una storia millenaria, sono profondamente legate alla realtà culturale e sociale dei singoli paesi ,hanno una valenza economica importante. • l'approccio "tossicologico" all'alcol non risolve da solo il problema dell'abuso e della dipendenza • lo stile di consumo mediterraneo rappresenta un modello da difendere perche ancora foriero di valenze protettive contro l'abuso ed il misuso • in alternativa alla criminalizzazione delle bevande, l'osservatorio propone una strategia di educazione al bere responsabile che deve iniziare già in età precoce all'interno della famiglia • la complessità dell'universo alcol impone una corresponsabilizzazione di tutti i "mondi" coinvolti: la produzione,la distribuzione e la ricreazione,la ricerca,la scuola,la cura e la riabilitazione ed in ultimo, ma non meno importanti, le istituzioni e i policy makers. E' stato impegno dello Osservatorio confrontarsi e condividere tale filosofia di approccio non solo con i ricercatori italiani anche con autorevoli partner europei. Dal 2008 l' OPGA coordina il"Cavour Group" ,un Network di ricercatori europei impegnati in un progetto di ricerca sul tema " Contextual drinking and quality of life ". In questi venti anni l'evoluzione del fenomeno ma anche la conseguente risposta istituzionale hanno portato ad una realtà che impone all'osservatorio un mutamento delle sua strategie di ricerca /azione . Negli anni novanta era primaria l'esigenza di una conoscenza quantitativa del fenomeno. Ed in questo l'impegno dell'osservatorio è stato puntuale nel fornire,attraverso le indagini Doxa, una fotografia del consumo di bevande alcoliche e della sua evoluzione. L'evoluzione del mondo giovanile unitamente alla comparsa di fenomeni preoccupanti sia a livello individuale che collettivo, vedi "binge drinking", impongono nuove metodologie di indagini che qualitativamente siano in grado di comprendere i comportamenti a rischio dei giovani e la loro evoluzione.

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