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  • 29/02/2012 - ISTAT: consumi di alcol, i più a rischio sono gli anziani
    Consumi di alcol, i più a rischio sono gli anziani Sembra paradossale, considerando lo stato di allerta sui consumi di alcool tra i giovani, eppure le statistiche parlano chiaro: è la popolazione anziana quella più a rischio di consumo non moderato di alcol. Secondo le fonti ISTAT sarebbero circa 3 milioni le persone di 65 anni, dei quali il 43,5% maschi e il 10,6% femmine, che bevono quotidianamente nonostante i rischi per la salute dovuti all'avanzare dell' età. Questa categoria beve soprattutto vino a pranzo o a cena. CRESCE IL BINGE DRINKING. A ruota gli anziani sono seguiti dai teen - agers che invece esagerano di più con bevande alcoliche fuori pasto, col fenomeno del cosiddetto binge drinking, cioè il consumo, specie fra i minorenni, di più bicchieri in un'unica occasione. SI BEVONO PIÙ SUPERALCOLICI. Un altro dato interessante che emerge dai dati Istat riguarda le preferenze delle diverse fasce di consumatori di aperitivi, liquori e bevande alcoliche per età, regione, genere e titolo si studio: i ragazzi, se un tempo bevevano quasi esclusivamente vino e birra, oggi hanno arricchito la classifica delle preferenze con altri alcolici come aperitivi, amari e superalcolici. Il consumo di alcolici diminuisce tendenzialmente con l'età, in particolare per quanto riguarda gli aperitivi, mentre nella fascia tra i 25 ed i 44 anni aumentano i consumi di amari. PIU' ALCOL AL NORD E NEI PICCOLI COMUNI. Aldilà degli abusi, a consumare alcol sono 3 italiani su 4, l'85% dell'universo maschile e, dato interessante, il 65% di quello femminile. Ciò nonostante, siamo ancora tra i paesi europei che col minor numero di consumatori di alcol, concentrati soprattutto nel Centro - Nord, specie nel Nord - Est e, dato curioso ma non sorprendente, nei piccoli comuni fino a duemila abitanti, dove le opportunità ricreative e culturali sono in numero limitato
  • 29/02/2012 - Alcoholism: Clinical And Experimental Research, il ruolo dell'acetaldeide nello sviluppo del tumore esofageo
    Alcol: il ruolo dell'acetaldeide nello sviluppo del tumore esofageo L'alcol e l'etanolo sono cancerogeni per gli umani, in particolare per il tratto aerodigestivo superiore. Per questo, a livello scientifico, esiste la convinzione che l'acetaldeide, il principale metabolita dell'etanolo, abbia un ruolo primario nel tumore esofageo alcol correlato e sia coinvolto anche in altre forme tumorali. Per questi ultimi, sono stati proposti numerosi possibili meccanismi, inclusi cambiamenti nei livelli ormonali delle ovaie, alterazioni nella metilazione del DNA e formazione di acetaldeide. Recentemente, è stato infatti riportato che l'esposizone in vitro di cellule umane all'acetaldeide ha comportato l'attivazione della suscettibilità all'anemia Fanconi (FA-BRCA), che a sua volta sensibilizza al tumore al seno e provoca il danneggiamento della rete di risposta del DNA. Per stabilire se la rete di generazione intracellulare provocata dal metabolismo dell'etanolo in acetaldeide causa il danneggiamento del DNA e attiva la rete dell'FA-BRCA, un gruppo di ricercatori dell'Indiana Univerity School of Medicine ha progettato cellule HeLa per metabolizzare l'alcol attraverso l'espressione dell'alcol deidrogenasi umano (ADH) 1B. Dai risultati è emerso che l'esposizione delle cellule HeLa-ADH1B all'etanolo comporta un significativo aumento degli addotti del DNA dovuti all'acetaldeide e l'attivazione del danneggiamento della rete di risposta del DNA dovuta all'FA-BRCA. Entrambi gli effetti vengono bloccati da un inibitore chimico ADH, a dimostrazione che il metabolismo dell'etanolo in acetaldeide era necessario.

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